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venerdì 23 novembre 2012

INTERVISTA A NELLO MUSUMECI



«Un'opposizione 
seria a Crocetta 
ma contribuendo
     a salvare l'Isola»                                

  





da "La Sicilia" di ieri

Andrea Lodato
Catania. «Ho accolto il risultato elettorale con serenità disarmante e tanta amarezza. Ma è durata appena mezza giornata. Ho l'animo di un guerriero, cado e mi rialzo. Mi sono concesso solo una settimana di tregua, dopo la fatica elettorale, e ne ho approfittato per la tradizionale raccolta delle olive nella mia azienda agricola della Nunziata, tra Militello e Scordia. E' un rito, ormai, con i miei figli e con gli amici più cari. Quest'anno quantità ridotta, per la penuria di piogge, ma la resa è stata maggiore e la qualità dell'olio più alta. Basterà per la famiglia e per pochi intimi».



Nello Musumeci riparte da qui, da questo quadretto agreste dopo avere metabolizzato in silenzio per una decina di giorni la sconfitta elettorale. Già, colpa di chi?
«Quando si vince il merito è di tutti, quando si perde la colpa è sempre e solo di uno. Inutile quindi perdere tempo nella ricerca di possibili cause. Ho sentito fare in questi giorni mille analisi. Mi assumo per intero la responsabilità della mancata vittoria, non cerco alibi altrove. E poichè questa è la mia prima intervista del dopoelezioni, mi si consenta di ringraziare quei siciliani - oltre mezzo milione - che hanno creduto nella mia candidatura.
L'esito elettorale assegna alla geografia politica della nuova assembea regionale ventidue seggi al centrodestra, fra Pdl, Cantiere popolare e Lista Musumeci. Nei prossimi giorni a Palermo ci incontreremo tutti i deputati regionali eletti per una prima analisi politica e organizzativa. Il mio ruolo sarà quello assegnatomi dagli elettori: chi vince governa, chi perde controlla. E' la regola base di ogni democrazia».
Onorevole, pensa che gli assetti del pre elezioni verranno mantenuti anche ora, nel post?
«Ho saputo che si è già aperto il "mercato delle coscienze" fra alcuni neoeletti: ammiccamenti, blandizie, promesse. Ho colto anche un certo buonismo nei confronti del neopresidente della Regione da parte di qualcuno nel centrodestra. Ma non vorrei apparire malizioso più del necessario. abbiamo detto in campagna elettorale di essere alternativi a Crocetta e ai suoi sostenitori. E alternativi rimaniamo anche dopo le elezioni, altrimenti la gente non capisce più nulla e si allontana sempre più disgustata dalla politica. Siamo alternativi a Crocetta non solo per geografia politica, ma anche per visione della vita e per riferimenti valoriali. Questo non significa che lungo il percorso non si possano condividere proposte e soluzioni del governo, utili alla crescita della Sicilia. E ogni volta che dovesse capitare non mancherà il nostro sostegno.
Nella sua stagione più drammatica, la Sicilia va governata con decisioni ponderate, coraggiose, senza show, senza slogan e senza spot, per tirarla fuori dal tunnel in cui si trova. E questo è un compito che spetta a chi ha vinto le elezioni. In verità, le prime avvisaglie non alimentano molte illusioni. Vedremo, appena sarà finita la luna di miele. L'opposizione, o almeno quella di centrodestra, ha comunque il compito di non intralciare l'impegno governativo, di non avere pregiudizi e di condividere ciò che appare giusto. Ma sia chiaro: senza confusione di ruoli, senza accordi sottobanco, senza contropartite, senza inciuci, senza indulgenze. La gente non vuole più sentirne di questa politica da bassa cucina. Una stagione di sana opposizione, alla Regione, servirà al centrodestra anche per recuperare il rapporto di fiducia con quella parte di elettorato d'opinione che il 28 ottobre non è andato a votare».
Si pensa già anche al prossimo voto di Catania. Altro impegno non indifferente.
«La partita delle amministrative a Catania appare aperta a tutte le soluzioni, alcune impensabili fino a qualche settimana fa. L'acuirsi della crisi finanziaria al Comune crea frastorno e disorientamento tra la gente e nelle forze politiche. Il sindaco Stancanelli rivendica il legittimo diritto a ricandidarsi, ma dal suo partito, il Pdl, non è ancora emersa in questo senso una posizione unitaria. In questo clima di incertezza, il centrodestra rischia di perdere ruolo e iniziativa. Servono chiarezza ed un sussulto di orgoglio. Sarebbe un suicidio politico non capire quello che è accaduto appena due settimane fa alle regionali.

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