da "livesicilia" "L'Ars sarà un palazzo di vetro
Al lavoro pure il 24 dicembre"
Al lavoro pure il 24 dicembre"
PALERMO - “Questo diventerà un palazzo di vetro”. Giovanni Ardizzone si presenta con queste parole ai cronisti, nella nuova veste di presidente dell’Ars. Un’elezione sofferta, conquistata all’ultimo voto, a conferma di alcuni malumori nella maggioranza. Un clima che Ardizzone smorza con una battuta secca: “Partivamo da 41, e siamo arrivati a 46. Ringrazio i colleghi, ora sarò il presidente di tutti. Il portavoce dei novanta”.
Pacato, ma con le idee chiare, Ardizzone annuncia una “stretta” alle regole dell’Aula. Richiama la necessità di regole chiare: “Le sedute inizieranno a un orario preciso e termineranno a un orario preciso. Chi arriverà in ritardo, sarà punito”. Ed è questo il momento del suo discorso nel quale Ardizzone accenna a un sorriso. Per il resto, il successore di Francesco Cascio ha spiegato che una delle esigenze maggiormente avvertite dall’opinione pubblica, è quella della trasparenza. E da qui, il richiamo al “palazzo di vetro”, ma anche l’annuncio di alcuni interventi, come "la pubblicazione di tutti gli atti e i provvedimenti parlamentari”.
E ancora, qualcosa potrebbe cambiare anche nella busta paga dei deputati: “Mi atterrò al decreto Monti, senza discostarmi di un euro. Guadagneremo molto di meno? Non mi interessa. L’autonomia garantita dallo Statuto va richiamata per cose più serie, rispetto allo stipendio”. E a proposito di autonomia, ecco una battuta sul potere concesso al Commissario dello Stato di impugnare preventivamente le leggi dell’Ars: “Noi dobbiamo solo pensare – ha detto Ardizzone – a fare leggi ‘a prova di Commissario. Le impugnative rappresentano delle sconfitte per la politica’. E uno degli strumenti sarà quello di far lavorare tutte le commissioni, a differenza di quanto accadeva in passato, quando a lavorare era solo la Commissione bilancio, magari esitando leggi di spesa nottetempo. Questa prassi deve essere eliminata”.
Insomma: regole, regole, regole. Anche nella forma. Per questo, Ardizzone già in Aula aveva fatto riferimento alla necessità di indossare un abbigliamento consono: giacca e cravatta per tutti, insomma. Una “frecciatina” lanciata all’assessore Franco Battiato, giunto a Sala d’Ercole in tenuta un po’ più casual: “Certo – ha confermato Ardizzone – le regole valgono anche per lui. Ma oggi era la prima seduta, lo perdoniamo”. E a proposito degli esponenti del governo, Ardizzone ha aggiunto: “Dovranno essere presenti in Aula, a rispondere alle interrogazioni. Certo, in orari che verranno concertati. Così come saranno decisi e rispettati gli orari di inizio e chiusura della seduta”.
A proposito dei “mal di pancia” all’interno della maggioranza che avrebber acompagnato la sua elezione sul filo di lana, Ardizzone non ha fatto una piega: “Sono un avvocato, non un medico, ma so anche io che i mal di pancia possono essere curati. E sarà così. Intanto, sono felice di aver ricevuto il sostegno anche di amici deputati appartenenti ad altre forze politiche”.
Adesso, si inizia a lavorare sul serio: “Non dobbiamo dimenticarci – ha detto Ardizzone – che il nostro compito è quello di legiferare. Non possiamo più pensare di accettare acriticamente le direttive assessoriali. E le emergenze, oggi, son tante. Per questo, mi sono già detto disponibile a lavorare anche il 24 e il 31 dicembre”. Una frase che non sembra esattamente un antidoto per i… mal di pancia.
Pacato, ma con le idee chiare, Ardizzone annuncia una “stretta” alle regole dell’Aula. Richiama la necessità di regole chiare: “Le sedute inizieranno a un orario preciso e termineranno a un orario preciso. Chi arriverà in ritardo, sarà punito”. Ed è questo il momento del suo discorso nel quale Ardizzone accenna a un sorriso. Per il resto, il successore di Francesco Cascio ha spiegato che una delle esigenze maggiormente avvertite dall’opinione pubblica, è quella della trasparenza. E da qui, il richiamo al “palazzo di vetro”, ma anche l’annuncio di alcuni interventi, come "la pubblicazione di tutti gli atti e i provvedimenti parlamentari”.
E ancora, qualcosa potrebbe cambiare anche nella busta paga dei deputati: “Mi atterrò al decreto Monti, senza discostarmi di un euro. Guadagneremo molto di meno? Non mi interessa. L’autonomia garantita dallo Statuto va richiamata per cose più serie, rispetto allo stipendio”. E a proposito di autonomia, ecco una battuta sul potere concesso al Commissario dello Stato di impugnare preventivamente le leggi dell’Ars: “Noi dobbiamo solo pensare – ha detto Ardizzone – a fare leggi ‘a prova di Commissario. Le impugnative rappresentano delle sconfitte per la politica’. E uno degli strumenti sarà quello di far lavorare tutte le commissioni, a differenza di quanto accadeva in passato, quando a lavorare era solo la Commissione bilancio, magari esitando leggi di spesa nottetempo. Questa prassi deve essere eliminata”.
Insomma: regole, regole, regole. Anche nella forma. Per questo, Ardizzone già in Aula aveva fatto riferimento alla necessità di indossare un abbigliamento consono: giacca e cravatta per tutti, insomma. Una “frecciatina” lanciata all’assessore Franco Battiato, giunto a Sala d’Ercole in tenuta un po’ più casual: “Certo – ha confermato Ardizzone – le regole valgono anche per lui. Ma oggi era la prima seduta, lo perdoniamo”. E a proposito degli esponenti del governo, Ardizzone ha aggiunto: “Dovranno essere presenti in Aula, a rispondere alle interrogazioni. Certo, in orari che verranno concertati. Così come saranno decisi e rispettati gli orari di inizio e chiusura della seduta”.
A proposito dei “mal di pancia” all’interno della maggioranza che avrebber acompagnato la sua elezione sul filo di lana, Ardizzone non ha fatto una piega: “Sono un avvocato, non un medico, ma so anche io che i mal di pancia possono essere curati. E sarà così. Intanto, sono felice di aver ricevuto il sostegno anche di amici deputati appartenenti ad altre forze politiche”.
Adesso, si inizia a lavorare sul serio: “Non dobbiamo dimenticarci – ha detto Ardizzone – che il nostro compito è quello di legiferare. Non possiamo più pensare di accettare acriticamente le direttive assessoriali. E le emergenze, oggi, son tante. Per questo, mi sono già detto disponibile a lavorare anche il 24 e il 31 dicembre”. Una frase che non sembra esattamente un antidoto per i… mal di pancia.
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