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lunedì 2 dicembre 2013

Deputati Ars, sì ai tagli: si salvano i portaborse

dal "GdS"

PALERMO. Hanno resistito quasi un anno ma a giorni, a meno di colpi di scena, i deputati dell’Ars «accetteranno» di adeguarsi al resto d’Italia riducendosi lo stipendio da 11.780 euro netti a 11.100 lordi (circa 8.300 netti). Ciò a cui non rinunceranno, i 90 di Sala d’Ercole, è il fiume di finanziamenti che transita dai gruppi parlamentari e che resterà più ricco di quanto non avvenga da Reggio in su.
Eccolo l’accordo maturato fra i principali partiti al termine di una riunione promossa dal presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, per ridimensionare quelle che ancora sono le buste paga più pesanti del Paese. Un accordo che si muove sull’asse ex Pdl-Pd e che porterà a mettere da parte la prima proposta varata in commissione e ispirata da Riccardo Savona: prevedeva che la Sicilia fosse l’unica regione a non recepire il decreto Monti, che in tutta Italia ha fissato un tetto agli stipendi che vale 11.100 euro lordi. 

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