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venerdì 8 marzo 2013

8 Marzo, tra storia e riflessioni... by Rita Porrovecchio

Rita Porrovecchio
La festa della donna nasce dai movimenti femminili che si preoccupavano di rivendicare i diritti delle donne, le quali dovevano avere pari opportunità rispetto agli uomini per quanto concerne lavoro, societa' e vita privata. L'UNESCO nel 1977 istituisce l'8 marzo come “Giornata internazionale della donna”,anche se le lotte femministe erano cominciate gia' a partire dai primi del '900, infatti negli Stati Uniti la prima e ufficiale giornata della donna fu celebrata il 23 febbraio 1909. Verso la fine dell'anno, il 22 novembre, si vide a New York iniziare un grande sciopero di ventimila camiciaie, che durò fino al 15 febbraio 1910, poi il successivo 27 febbraio, domenica, alla Carnagie Hall, tremila donne celebrarono ancora il Woman's Day. Le celebrazioni furono interrotte dalla Prima guerra mondiale in tutti i paesi belligeranti, finché a San Pietroburgo, l'8 marzo 1917, le donne della capitale guidarono una grande manifestazione che rivendicava la fine della guerra, così che questa data rimase nella storia a indicare l'inizio della «Rivoluzione russa di febbraio». In Italia la Giornata internazionale della donna fu tenuta per la prima volta soltanto nel 1922, per iniziativa del Partito comunista d'Italia, che volle celebrarla il 12 marzo, in quanto prima domenica successiva all'ormai fatidico 8 marzo. In quei giorni fu fondato il periodico quindicinale Compagna. Nel settembre del 1944
 si creò a Roma l’UDI, “Unione Donne in Italia”, per iniziativa di donne appartenenti al PCI, al PSI, al Partito d'Azione, alla Sinistra Cristiana e alla Democrazia del Lavoro e fu l’UDI a prendere l’iniziativa di celebrare, l’8 marzo 1945, la prima giornata della donna nelle zone dell’Italia libera.
Ma perchè utilizzare la mimosa come simbolo ?Con la fine della guerra, l'8 marzo 1946,questa festa, fu celebrata in tutta l'Italia e vide la prima comparsa di questo emblema che tutti riconosciamo e che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo.
Quella che dovrebbe essere una ricorrenza atta a celebrare i diritti e contro la violenza sulle donne,si trasforma oggi,in una festa quasi esclusivamente commerciale e da donna giovane ,è proprio questo il punto su cui vorrei focalizzare le mie riflessioni. Abbiamo lottato per l'emancipazione,per le pari opportunita' e ci ritroviamo oggi in una società moderna dove la donna diventa soltanto un simbolo da festeggiare in maniera oltremodo riduttiva ,un giorno su 365 ed in piu' ,spesso,con delle pratiche denigranti fatte di serate nei night o ristoranti vari, dove gruppi di persone di sesso femminile si incontrano per inneggiare alla nudita' di giovani uomini che regalano ,loro,spogliarelli o spettacoli di dubbio tenore, non me ne vogliate, non sono una bigotta e mi guarderei bene dal giudicare i comportamenti altrui, ma davvero riteniamo di aver bisogno di guardare machi in mutande che ancheggiano spavaldi davanti le nostre facce? A costo di cadere in luoghi comuni ,vorrei davvero che passasse il messaggio che “donna” non è bagordi notturni in un giorno di festa colorato dal giallo delle mimose e non lo è soprattutto per noi giovani donne impegnate sul sociale, studentesse o appena affacciate al mondo del lavoro, ne' tanto meno lo è per le mamme che ogni giorno curano marito,figli e casa e tengono alti i valori di una famiglia vecchio stampo, non lo è per le nonne che rimangono indiscusso baluardo nelle vite dei piu giovani. Donna è sacrificio,dedizione anche al lavoro,forza di volontà ,di spirito e soprattutto immenso amore. Sono questi i valori femministi che dobbiamo festeggiare oggi,cosi' come ogni giorno, e soprattutto come unico regalo dobbiamo esigere rispetto da chi ci è vicino ,da quegli uomini che dovrebbero amarci e apprezzarci giorno dopo giorno e non soltanto nell'arco delle fatidiche 24 ore del celeberrimo 8 marzo. Eppure, a onor del vero,vorrei spezzare una lancia a loro favore, in quanto si parla spesso del maschile paragonato a quelle delle bestie, seppur non ritengo che le bestie abbiano comportamenti tali nei confronti dell'uomo, ad ogni modo è corretto sottolineare il fatto che
spesso la donna pone se stessa sul piano materiale e in seguito a comportamenti volontari tende a farsi trattare come oggetto dall'uomo, ergo, care donne, non tendiamo sempre a biasimare i “maschietti” se sono facilmente portati a sminuire la nostra immagine,in quanto sovente siamo noi stesse che ci poniamo vittime di giochi al ribasso,come diceva Rosanna Fratello in una famosa canzone “sono una donna,non sono una santa” e lasciatemelo dire anche sulla diatriba UOMINI CHE NON RISPETTANO LE DONNE ,potremmo dire che in medio stat virtus.
Cari uomini,mi avvalgo di parole non mie,ma facilmente riconducibili:nel bene o nel male noi siamo cosi' dolcemente complicate,sempre piu' emozionate, delicate,ma potrai trovarci ancora qui,nelle sere tempestose portaci delle rose,nuove cose e ti diremo ancora un altro si', credo che alla fine tutti quei “si” detti ,siano il compendium di cio' che siamo ,seppur emancipate, e moderne, molte di noi restano sempre e comunque esseri orgogliosi di render felice le persone che amano.

                                                                                                                                       Rita Porrovecchio

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