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martedì 2 aprile 2013

Convegno Rotaract “Violenza sui minori: quale tutela?”


Si è svolto lo scorso sabato 23 marzo, nella splendida cornice della Commenda dei Cavalieri di Malta di Piazza Armerina e alla presenza delle autorità rotariane e innerine, l’incontro organizzato dal Rotaract club armerino, presieduto da Elena Cammarata, dedicato alla violenza sui minori. Sono intervenute la dr.ssa Maria Arena, psicologa presso il consultorio familiare di P.A. e la dr.ssa Nadia Messina, assistente sociale del Comune armerino che hanno sottolineato come la nostra società, presa da mille problemi, ha tralasciato o forse non ha voluto vedere cose che lasciano segni e ferite non solo nel corpo ma soprattutto nell’anima. I cosiddetti “uomini del futuro” che non hanno ancora imparato a rispettare i propri simili che, se pur piccoli e innocenti,  hanno dei diritti come tutti, anzi più diritti degli altri. E non si tratta soltanto di pedofilia, forse la più conosciuta tra le violenze subite nell’infanzia, ma anche di quella violenza che si consuma tra le mura domestiche, la più difficile da combattere perché nascosta e paradossalmente “protetta” da uno dei  genitori che il più delle volte non sa come gestire il problema. A questo proposito, con un breve intervento, la dr.ssa Rossella Murella, volontaria dell’Associazione “Donne insieme Sandra Crescimanno”
, ha sottolineato come fortunatamente, malgrado la drammaticità della situazione, lo sportello antiviolenza del comune armerino  riceve  nell’ultimo periodo maggiori visite. “Questo significa che qualcosa sta cambiando, –spiega la volontaria- che c’è maggiore consapevolezza del proprio valore di donna e madre, che finalmente si riesce a trovare il coraggio di cercare un aiuto e un supporto per sé stesse e per i propri figli.” “Ci sono storie orribili e agghiaccianti, storie che lasciano segni profondi e che nessun essere umano dovrebbe vedere o provare, tanto meno occhi innocenti e senza colpa. –interviene la dr.ssa Arena-   Ognuno di noi è il risultato di ciò che ha vissuto nella propria infanzia, dell’educazione che ha ricevuto ed è difficilissimo riuscire a essere una persona diversa quando non si riesce a riconoscere la violenza subita e fare qualcosa per superarla. Questo è quello che speriamo di risolvere con l’aiuto di tutta la società, con maggiore sensibilizzazione e informazione.”
Gli interventi del dr. Antonino Patti,  sost. procuratore generale presso la Corte d’appello di Caltanissetta
 e del dr. Francesco Pallini, giudice del Tribunale dei minori Enna-Caltanissetta, hanno in particolare segnalato, analizzando le loro rispettive esperienze sul campo, il legame tra minori e organizzazioni mafiose e l’inserimento dei minori nei circuiti illegali della criminalità organizzata . Hanno sottolineato come il fenomeno non interessi più soltanto i minori di famiglie meno agiate che cercano, attraverso questo sfruttamento, un compenso economico, ma sempre più famiglie anche della cd. borghesia si trovano, loro malgrado, coinvolte dai figli  che pur di avere ed ostentare un “must”, sia esso un Ipad o altra novità lanciata dai massmedia, intraprendono questa strada.  Sono comportamenti, questi, che certamente hanno alla base una certa patologia comportamentale, forse generata dal decadimento dei valori veri e dall’esaltazione del futile.

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